ph. Bobby Fischer
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In una brumosa serata autunnale, un genio ribelle si concesse di riposare.
Così si inoltrò nella brughiera di nuvole abitata, memore di calpestii di una remotissima festa danzante mai presenziata.
Porse l' orecchio al vento che dei secoli scandiva i battiti del tempo, sospendendo il ricordo del melanconico tormento.
Ma ombre lontane improvvisamente lo destarono dal torpore: lo scacco matto comandava nuovamente il suo tributo d' onore.
Così l' uomo sfiorò delicatamente con le labbra il muso dell' unicorno preferito, tornando sugli umani passi del poprio fatato, eterno amore, mai sopìto...
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